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UnMareDivino - Berchidda (Sardegna)

Questa storia inizia con Gioacchino Sini, classe 1881 e un grande amore per la terra di Berchidda, in provincia di Olbia Tempio, in Sardegna. Qui il patriarca della famiglia Sini è nato e vissuto. È stato Gioacchino che, insieme ai figli Pietrino e Pasqualino, nel 1949, ha voluto piantare il primo vigneto di famiglia. La presenza di una vigna di famiglia era cosa naturale per gli abitanti di questa zona, un naturale complemento della vita e del modo di vivere quotidiano. Non c’era, a Berchidda, agricoltore serio che non “nobilitasse” il lavoro nei campi con la coltivazione di un vigneto.

Poche aree sarde, d’altra parte, avevano e hanno la forte vocazione di questo paesino, a metà strada tra il Monte Acuto e il mare di Gallura, per la produzione di vini di qualità: Vermentino, prima di tutto, ma anche pregiatissimi rossi.

Si produceva vino per piacere, per l’uso della famiglia, non per fini commerciali. La più grande soddisfazione, per ogni produttore, era e ancora è, poter confrontare i profumi e il sapore del proprio vino con quelli prodotti dal vicino. Una simpatica, bonaria gara che spingeva ciascun viticoltore a fare sempre meglio.

In realtà questa storia inizia ancor prima, nell’800 con il mio bisnonno che era un “Servo Pastore”. I “Servi Pastori” si prendevano cura delle greggi per conto dei grandi proprietari terrieri. Non erano proprietari di quasi nulla. Per il loro lavoro ricevevano vitto e alloggio e, alla fine dell’anno, una o più pecore.

Quando il Comune di Berchidda mise in vendita alcuni terreni in zona, la famiglia Sini decide di acquistarne circa 300 ettari. Per pagare questo imponente debito non ci sono risparmi. Accade allora che tre dei suoi tanti figli, spinti dal bisogno, partirono per gli Stati Uniti in cerca di lavoro e fortuna per onorare gli impegni e mantenere la proprietà.

Quando il bisnonno morì, lasciò la proprietà solo ai tre figli che si erano sacrificati per salvarla. Con il loro sacrificio di migranti, avevano reso possibile il sogno di possedere la propria terra.

Agli inizi del 1900, con lo scoppio della guerra, i tre fratelli: Giommaria, Andrea e Gioacchino Sini Sr., furono costretti a rientrare in Italia per arruolarsi.
Mio nonno Gioacchino Sr, detto anche “Babbu Mannu” (Grande Padre) per la sua riconosciuta saggezza, passata la guerra, si sposò, ed ebbe quattro figli maschi e una femmina.

  • Qui, a “Su Cabrileddu”, dove oggi c’è la cantina, la famiglia dei miei avi viveva di agricoltura e soprattutto di pastorizia (Su Cabrileddu, in lingua sarda significa “il luogo dove si allevano le capre”).
  • Qui Babbu Mannu, nel 1949, piantò il suo primo vigneto oltre al frutteto e all’orto.
  • Qui il primo pozzo è stato scavato con pala e piccone.
  • Qui viveva Pietrino, mio padre, che per trovare lavoro decise di emigrare.

La vita a Su Cabrileddu era dura e la famiglia era in difficoltà, in casa non c’era acqua a sufficienza e mancava la corrente elettrica (qui arriverà solo nel 1990) e la famiglia sperimenta ancora una volta “Su Bisonzu”, il bisogno.

Bisogna considerare che i tanti fratelli avevano a loro volta generato molti figli e le proprietà ereditate da ciascuno diventavano sempre più piccole e insufficienti per il sostentamento delle loro famiglie.

Mio padre Pietrino era un gran lavoratore, sapeva fare tutto: lavorava in casa (era, tra l’altro, un ottimo cuoco!) e fuori casa. Tutti contribuivano ma non bastava e così Pietrino decide di emigrare nel Nord Italia in cerca di un buon lavoro.

Pietrino partì per Milano nel 1960 e lavorò come camionista.
Aveva un sogno: tornare a vivere in Sardegna ed avere il suo gregge. In famiglia conserviamo ancora i disegni fatti da mio padre di come, un giorno, tornato in Sardegna, avrebbe costruito una stalla per i suoi animali.

A Milano mio padre conobbe e sposò mia madre, che lavorava come governante e bambinaia. Anche mia madre era sarda, nata e cresciuta ad Ala dei Sardi. Mio padre conosceva bene la sua famiglia e i suoi fratelli, già in Sardegna, quando, da Ala, scendevano, durante l’inverno, in transumanza, a Berchidda, con il gregge, in cerca di temperature più miti.

Nel 1964 si sono sposati e io sono nato a Monza, figlio unico di questa coppia che non era più (all’epoca) giovanissima.

UnMareDivino - Pietrino Sini in vigna

La nostra famiglia è tornata in Sardegna quando Pietrino è andato in pensione nel 1987. Nel frattempo mi ero diplomato come Perito Agrario. Nonostante io sia nato a Milano, ho sempre avuto un legame molto forte con la Sardegna e, anche io, avevo il mio sogno: possedere un vigneto e produrre il mio vino in Sardegna.

Purtroppo erano gli anni dello scandalo del metanolo e non era affatto un buon momento per la viticoltura. La Comunità Europea, in un progetto di razionalizzazione della viticoltura e di promozione della produzione di vini di qualità, finanziava l’estirpazione dei vigneti, non i nuovi impianti! Il progetto della mia vigna quindi è andato, solo temporaneamente, nel cassetto.

Nel 1990, insieme a mio padre, ho acquistato, con grande difficoltà, i primi diritti di impianto.

Ci sono motivi specifici che ci hanno permesso di acquisire i diritti di impianto nonostante le difficoltà del momento in viticoltura: l’impegno che ci siamo presi per consegnare le uve alla locale, importante Cantina Giogantinu e l’impegno per “migliorare la terra” a Su Cabrileddu.

Ad esempio, la mia famiglia ha portato qui la corrente elettrica nel 1990. Erano tempi in cui la Regione Sardegna e il Comune di Berchidda spingevano e favorivano lo sviluppo delle infrastrutture fondamentali di questa zona e le famiglie avevano voglia di fare e di fare bene.

La proprietà aveva bisogno anche di una recinzione perché c’erano, e ci sono ancora, molti cinghiali che minacciavano il vigneto. Insomma, anche in quel momento continuavano ad erano presenti i due grandi “attori” del destino della famiglia Sini: il sogno e il bisogno.

C’è di nuovo la necessità di guadagnare per realizzare il sogno (la vigna) così mi sono iscritto ad un corso di zootecnia e caseificio a Reggio Emilia e mi sono specializzato per lavorare nel settore lattiero-caseario, da sempre grande risorsa della Sardegna. Ci sono decine di storie interessanti anche in questa esperienza “casearia” (tra cui l’essermi ritrovato, giovane casaro, a produrre parmigiano per uno dei maggiori produttori emiliani, e il ritorno in Sardegna per lavorare in un caseificio).

Sono passati 10 anni e nel 2000 ho finalmente piantato il vigneto a Su Cabrileddu insieme a mio padre e a mio zio.

Quattro ettari di cui un ettaro a vermentino, il resto a sangiovese, merlot, cabernet franc e sauvignon, carignano, muristellu.

Nel frattempo, nel 1996, è arrivata la DOCG Vermentino di Gallura e, sempre nel frattempo, nel 1995, ho sposato mia moglie Caterina. Nel 1996 è nata la mia prima figlia, Marika.

Non è difficile capire che avevo un problema di “tempo”, lavorare nel settore lattiero-caseario non lasciava molto tempo, e quindi mi è tornata utile anche la passione per il mare. A quel punto ho deciso di usare la mia patente nautica e lavorare come skipper durante i tre mesi estivi. Nel 2002 ho iniziato a lavorare sugli yacht e mi sono iscritto alla Facoltà di Enologia di Oristano.

Il lavoro stagionale mi ha garantito un ottimo reddito, ho potuto frequentare l’Università e, cosa molto importante, ho potuto stare in vigna il resto del tempo, garantendo un adeguato sostentamento sia alla mia famiglia che alla mia vigna.

UnMareDivino - Storia di Famiglia

Nel 2002, anno della mia prima vendemmia, una grandinata ha distrutto gran parte della produzione in Gallura ma ha salvato la nostra vigna!

Era un segno di qualche tipo? Il mondo delle barche e l’esperienza come skipper ed enologo mi hanno portato i contatti giusti per cominciare, e ho iniziato a consegnare il mio vino, con un’etichetta che, a guardarla ora, rasentava l’ingenuità, ad alcuni dei proprietari di yacht più ricchi della Costa Smeralda.

Da questi contatti, con il passaparola e la tenacia, sono entrato in contatto con i migliori ristoranti e hotel della Costa Smeralda e ho iniziato a vendere loro i miei primi due vini, Biancosmeraldo e Rossosmeraldo.

Intorno al 2007 nasce il marchio Unmaredivino e nel 2009 entra in cantina l’enologo Michele Tamponi.

A “Su Cabrileddu” oggi produco: Rossosmeraldo IGT Colli del Limbara, Biancosmeraldo Vermentino di Gallura docg Superiore, Oltremare un rosso IGT Colli del Limbara, Terra&Mare rosso IGT Colli del Limbara e Terra&Mare Rosé.

Nel 2009 è arrivata Arianna, la mia seconda figlia.

Al mio fianco c’è sempre stato papà Pietrino che mi ha aiutato, incoraggiato e dispensato saggezza fino alla sua morte nel 2018.

Nel 2010 il vino che producevo a Su Cabrileddu non bastava più e così ho comprato un terreno a Muros poco più di cinque ettari.

I lavori di preparazione sono iniziati ad agosto 2011 e il 13 marzo 2012 ho piantato il nuovo vigneto: 4,2 ettari con sesto d’impianto “molto fitto” per Berchidda, 2,40 metri per 0,9 sul filare.

Questo vigneto ha iniziato la produzione nel 2014. Nel vigneto Muros c’è solo Vermentino e da qui produco il Vermentino di Gallura “Terra & Mare” docg.

E siamo nel 2015 quando la mia piccola cantina, a Su Cabrileddu, si trasforma in una cantina razionale, strutturata, dotata di tutta la tecnologia necessaria per realizzare il sogno di una vita: produrre vini di altissima qualità.

Sempre nel 2015, dopo attente ricerche, tante degustazioni, e tante informazioni acquisite, ho preso in affitto un vigneto, quasi 3 ettari, a Sorso-Sennori, in località Montiscia, poco sopra Tres Montes. Questa, secondo me, è la terra migliore per produrre il Cannonau. Qui sono nati: “Nerosmeraldo”, Cannonau di Sardegna doc e “Su Mere” (“Il Capo” in lingua sarda) un Cannonau doc Riserva, un supervino per festeggiare i 90 anni di Pietrino Sini, mio padre, “il capo” .

UnMareDivino - Storia di Pietrino Sini